Le donne con sindrome dell’ovaio policistico (un disturbo endocrino che colpisce tra il 5 e il 10% delle donne in età fertile) che desiderano una gravidanza dovrebbero fare particolare attenzione anche alla vitamina D. Quelle che ne sono carenti al momento di iniziare trattamenti per la fertilità hanno minori probabilità di rimanere incinte.
E’ quanto emerge da uno studio della Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania, presentato all’American Society for Reproductive Medicine Scientific Congress & Expo.
Analizzati due studi
I ricercatori hanno analizzato e confrontato i risultati di due studi clinici su larga scala (PPCOS II e AMIGOS), che hanno esaminato l’efficacia dei trattamenti di fertilità nel migliorare i tassi di gravidanza nelle donne con sindrome di ovaio policistico e in quelle con infertilità cosiddetta senza causa. I dati, relativi a più di 1.000 partecipanti, hanno permesso di evidenziare che, indipendentemente dall’indice di massa corporea, dall’età, dai marcatori del funzionamento metabolico o dal trattamento ricevuto per la fertilità, la carenza di vitamina D risultava associata a una probabilità ridotta del 40% di avere una gravidanza se la causa dell’infertilità era la sindrome dell’ovaio policistico.