Parlare di pelle olivastra, bianco latte o rosata non basta ci sono anche le sfumature. Il colore più o meno intenso della carnagione non è solo un fatto di geni, ma dipende anche da cosa mangiamo ed in particolare dalla quantità di frutta e verdura che consumiamo, per via della presenza di composti colorati, i carotenoidi. E’ questo il risultato di uno lavoro dei ricercatori australiani dell’Università di Curtin pubblicato sul Journal of Nutrition and Intermediary Metabolism.
I “coloranti” naturali della pelle si trovano nella frutta e nella verdura di colore giallo, rosso o arancione come la zucca, la carota, il cocomero, il peperone, il pomodoro, l’albicocca e il melone ma anche nel prezzemolo, nei cavoli e in altre verdure a foglia verde. Lo studio è stato condotto su uomini di razza caucasica.
“Lo scopo del nostro studio era determinare se vi fosse un legame tra il consumo di frutta e verdura, l’assunzione di carotenoidi e il colore della pelle nei giovani caucasici, poiché gli uomini australiani sono generalmente noti perché consumano meno frutta e verdura rispetto alle donne”, ha detto Georgia Bixley, una delle ricercatrici dello studio.
Grazie alla spettroscopia di riflettanza è stato possibile misurare il colore e l’intensità della luce riflessa sui pigmenti della pelle. Diverse aree del corpo tra cui la fronte, il bicipite, le mani e i piedi sugli uomini con pelle chiara sono le parti che meglio di altre hanno evidenziato la quantità di frutta e verdura mangiate ogni giorno. Secondo la ricerca, due terzi degli australiani sono attualmente sovrappeso o obesi, con solo una persona su 20 che consuma le dosi giornaliere consigliate di frutta e verdura.