Sono sempre meno le donne che consumano bevande alcoliche durante i 9 mesi di gravidanza. Lo rivelano i dati presentati il 9 maggio nel corso del workshop Prevenzione, diagnosi precoce e trattamento mirato dello Spettro dei Disturbi Feto Alcolici e della Sindrome Feto Alcolica e raccolti dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che ha condotto uno studio per valutare il consumo gestazionale e l’esposizione fetale all’alcol.
“Abbiamo misurato uno dei metaboliti più specifici dell’alcol etilico, l’etilglucuronide (EtG) – dice Simona Pichini dell’ISS, coordinatrice del progetto – nei capelli materni e nel meconio neonatale che coinvolge madri e neonati, lungo tutto il territorio nazionale italiano. I risultati preliminari, ottenuti in coorti separate di madri e neonati in gravidanza e parto, hanno mostrato che, attualmente, una quantità trascurabile di donne italiane, lo 0,1%, beve in modo sensibile durante la gravidanza e che una piccola percentuale di neonati è esposta all’alcol prenatale”.
Nel progetto sono state arruolate venti partorienti e venti neonati non accoppiati per città provenienti da ospedali del Servizio Sanitario Nazionale dislocati nel Nord, Centro e Sud Italia (isole comprese). I capelli materni, di 8 cm di lunghezza massima, sono stati raccolti alla fine della gravidanza e analizzati poiché l’intera ciocca e il meconio neonatale sono stati raccolti entro le prime 24 ore dopo la nascita. In totale finora sono stati analizzati 781 campioni di capelli materni e 642 di meconio. Solo una donna su 781 (0,1%) ha presentato un consumo eccessivo di etanolo cronico.
La percentuale più alta di donne coinvolte nello studio (età media 34 anni) erano italiane (88%) e occupate (69%). Per quanto riguarda il livello di istruzione, il 44% ha un titolo universitario e il 39% ha un livello di istruzione superiore. I quattro nati esposti non presentavano alla nascita alcun segno di evidente disabilità o malformazione. “L’uso di alcol durante la gravidanza e la successiva esposizione fetale può causare molteplici disturbi perinatali – conclude Simona Pichini – come la nascita prematura, sindromi da astinenza, tremori, iperreflessia e uno sviluppo fisico e mentale alterato nelle fasi successive della vita. Tuttavia i dati odierni ci dimostrano che le politiche applicate dalla salute hanno accresciuto nelle donne italiane la consapevolezza sui rischi associati al consumo di alcol durante la gravidanza”.