Le donne in gravidanza più esposte alle particelle ultrasottili dello smog hanno maggiori probabilità di avere figli che poi svilupperanno l’asma. A dirlo è uno studio pubblicato sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine che è stato coordinato dal Mount Sinai Hospital.
Si tratta, spiegano i ricercatori, della prima volta in cui l’asma viene collegata all’esposizione prenatale di questo tipo di inquinamento atmosferico. Secondo lo studio (che ha incluso 376 madri con i loro figli), poco più del 18% dei bimbi nati dalle madri che vivevano in aree più inquinate sviluppava l’asma negli anni della scuola dell’infanzia, rispetto a una percentuale complessiva del 7% dei bimbi che negli Usa avevano questa stessa malattia.
La maggior parte delle diagnosi di asma si è verificata subito dopo i 3 anni, con le bambine più esposte al rischio se il contatto con lo smog avviene in tarda gravidanza. In questo caso non è chiara l’associazione ma i ricercatori teorizzano come probabilmente ciò sia dovuto agli effetti di disturbo endocrino che ne sono derivati. “L’asma infantile rimane un’epidemia globale che probabilmente crescerà con il previsto aumento delle esposizioni all’inquinamento atmosferico da particolato dovuto agli effetti del cambiamento climatico”, commenta Rosalind Wright, autrice principale dello studio.