L’aspartame, noto dolcificante artificiale utilizzato in un gran numero di prodotti, è ‘possibilmente cancerogeno per l’uomo’. È questa la valutazione finale espressa dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ha però mantenuto invariato il livello di assunzione giornaliera accettabile precisando che il parere non rappresenta un invito a bandire questa sostanza, ma è un consiglio al consumo con moderazione. Una posizione apprezzata dalle aziende del settore ma bocciata dal nutrizionista Giorgio Calabrese, presidente del Comitato nazionale sicurezza alimentare del ministero della Salute, che taccia l’Oms di “poca chiarezza”.
“Non stiamo consigliando alle aziende di ritirare i prodotti, né stiamo consigliando ai consumatori di smettere del tutto di consumarli – ha affermato Francesco Branca, direttore della nutrizione e della sicurezza alimentare dell’Oms – Stiamo solo consigliando un po’ di moderazione”. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Oms ha effettuato la sua prima valutazione della cancerogenicità dell’aspartame durante un incontro a Lione, dal 6 al 13 giugno scorsi. Il gruppo di lavoro ha classificato l’aspartame come possibilmente cancerogeno per l’uomo e la sostanza è stata inserita nella categoria Gruppo 2B, sulla base di test che riguardavano specificamente il carcinoma epatocellulare. La categoria Gruppo 2B contiene anche l’estratto di aloe vera e l’acido caffeico presenti nel tè e nel caffè. In un certo senso, ha precisato Branca, “abbiamo lanciato un segnale, indicando che dobbiamo chiarire molto meglio la situazione”, ma non è nemmeno “qualcosa che possiamo liquidare”.
Un secondo gruppo, il Jecfa, il comitato congiunto di esperti Oms-Fao, si è inoltre riunito a Ginevra dal 27 giugno al 6 luglio per valutare i rischi associati all’aspartame e ha concluso che non vi sia alcun motivo per modificare la dose giornaliera accettabile stabilita nel 1981, da zero a 40 milligrammi di aspartame per chilogrammo di peso corporeo. Con una lattina di bibita senza zucchero contenente tipicamente 200-300 mg di aspartame, un adulto del peso di 70 kg dovrebbe quindi consumare più di 9-14 lattine al giorno per superare il limite. “Il problema è per i grandi consumatori – ha detto Branca – Chi beve una bibita ogni tanto non dovrebbe preoccuparsi”.
Di parare diverso è Giorgio Calabrese, secondo cui l’Oms “deve avere una posizione più chiara in merito all’utilizzo dell’aspartame: averlo classificato come possibile cancerogeno mantenendo la quantità massima di utilizzo giornaliero non è, infatti, una indicazione sufficiente – afferma – e andrebbero date indicazioni anche in relazione al consumo prolungato nel tempo, e magari per molti anni”. L’Oms, spiega l’esperto, “deve cioè essere più chiaro e indicare anche il rischio legato all’accumulo nell’organismo nel lungo periodo, perché indicare solo il consumo giornaliero consentito è un’informazione incompleta”.
Seppure l’Oms “sta applicando un principio di precauzione invitando ad un consumo moderato, e questo è sicuramente positivo, va però detto – osserva – che questo tipo di comunicazione non è completamente corretta. Credo si tratti di una posizione equivoca”. Da parte sua, l’Associazione internazionale dolcificanti si dice soddisfatta del pronunciamento dell’Oms, e riafferma la sicurezza dell’aspartame: “Nell’ambito di una dieta e di uno stile di vita sani – rileva – può essere utilizzato per conseguire gli obiettivi di salute pubblica in materia di riduzione dell’assunzione di zucchero”.
La presenza dell’aspartame – riconoscibile nelle etichette con la sigla E951 – in numerosi prodotti alimentari come merendine, bevande, gelati, yogurt, chewing-gum e articoli dietetici, sottolinea inoltre Coldiretti, “sviluppa oggi un business da 12 miliardi di euro nel mondo”. La classificazione di questa sostanza come possibilmente cancerogena dimostra anche, conclude, “l’inattendibilità della proposta di etichetta a colori Nutriscore, che boccia con il colore rosso cibi con zuccheri naturali e promuove con il verde bibite gassate ricche proprio di aspartame”.