Il Long Covid, ovvero i sintomi di malattia che continuano per diverso tempo anche dopo la fine dell’infezione virale, colpisce anche i più piccoli e i giovanissimi. Circa uno su 3 a distanza di mesi dalla fase acuta della malattia, sembra avere ancora almeno un sintomo, dal mal di testa all’insonnia. A dimostrare che gli effetti del Covid possono permanere a lungo anche nei bambini e probabilmente con frequenza maggior che nell’adulto, è uno studio condotto dal Dipartimento della Salute della Donna e del Bambino della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs, pubblicato in preprint su MedRxiv e sottomesso alla rivista Acta Pediatrica.
Primo del suo genere, lo studio, condotto il collaborazione con la Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp) Roma, ha preso in esame una coorte di 129 bambini e ragazzi tra 5 e 18 anni con diagnosi di Covid-19 e valutati in pronto soccorso, reparto o in ambulatorio durante la prima e la seconda ondata pandemica. La maggior parte aveva sintomi lievi al momento della diagnosi e 33 erano asintomatici. Un terzo del campione iniziale ha riportato sintomi, più o meno evidenti, a distanza di mesi e i più frequenti erano dolori muscolari o articolari, cefalea, disturbi del sonno, dolore toracico o sensazione di costrizione toracica, palpitazioni.
In particolare 68 bambini sono stati valutati anche a distanza di 120 giorni e il 51% di questi riportava almeno un sintomo persistente, in molti casi con ripercussioni nelle attività quotidiane. Rivalutati a 160 giorni, il numero di chi riportava un sintomo era sceso al 36%. “I sintomi sono stati riportati da genitori in interviste telefoniche – spiega il primo autore Danilo Buonsenso, infettivologo del Reparto di Pediatria del Gemelli – e nel campione esaminato sembrerebbe si verifichino in una percentuale maggiore rispetto agli adulti”. I dati in materia, però, sono ancora pochi e “saranno approfonditi dal team con un studi più ampi già in corso”.