Quali sono i numeri della fertilità in Europa e in Italia? Ebbene, gli affamati di dati statistici sappiano che se la Francia guida la classifica dei paesi europei con più nascite, l’Italia la chiude, in compagnia di Spagna, Portogallo, Polonia e Cipro. Più bassa della media Europea, pari a 1,6 figli per donna, la media italiana continua a calare inesorabilmente: nel 1970 si attestava infatti a ben 2,38.
Il quadro europeo
A fornire questo quadro sono i dati dell’Ufficio statistico dell’unione europea (Eurostat), relativi al 2014. La Francia è l’unico Paese Ue con in media più di due figli per donna (2.01), seguita da Irlanda (1,94), Svezia (1,88) e Gran Bretagna (1,81). Il tasso più basso di fertilità lo registra invece il Portogallo (1,23), preceduto da Grecia (1,30), Cipro (1,31), Spagna e Polonia (entrambe a 1,32), e Italia (a quota 1,37). Germania e Austria hanno dati migliori di quelli dell’ex blocco orientale, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria, che sono però in lieve ripresa.
Mamme più anziane in Italia
L’Italia guida invece un’altra classifica, quella delle mamme più anziane. Il primo figlio per le donne europee arriva quasi a 29 anni, ma la media va dai 26 non ancora compiuti delle bulgare ai quasi 31 delle nostre. Di fatto la cartina europea della fertilità mostra che si fanno più figli laddove le donne più spesso svolgono un ruolo importante nel mercato del lavoro, mentre è più bassa in quelli generalmente restano a casa o ricoprono incarichi di livello inferiore. Secondo i dati dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo, il tasso di occupazione delle donne tra 24-54 anni nel 2010 era dell’83,8% in Francia, del 84,4% in Finlandia, del 85,6% in Danimarca e del 87,5% in Svezia, a fronte solo del 64,4% in Italia, del 72,2% in Grecia e del 78,3% in Spagna. Ma i paesi nordici sono anche quelli che più aiutano le famiglie: in Norvegia e Finlandia il 3,3% del prodotto interno lordo viene destinato alle politiche per la famiglia, il 5% in Danimarca, il 2,5% in Francia. In Italia circa l’1,03%, meno che in Spagna, Portogallo e Grecia, secondo l’elaborazione del Centro studi Impresa Lavoro su dati Eurostat 2013.