La corsa di resistenza sembra l’attività sportiva ideale per preservare la salute delle ossa, mettendo al riparo da osteoporosi e fratture. Lo dimostra uno studio spagnolo, pubblicato su European Journal of Applied Physiology evidenziando che più chilometri si corrono più aumenta la densità ossea e più lento sarà il deterioramento che si verifica con l’età.
Lo studio
Alcuni ricercatori dell’Università Camilo Jose’ Cela di Madrid hanno misurato l’effetto della corsa di resistenza sui cambiamenti nelle proprietà meccaniche del calcagno usando l’indice di rigidità, una variabile correlata alla densità ossea. I test sono stati eseguiti sul piede sinistro e destro di 122 maratoneti (abituati a correre i 42 km), 81 mezzi maratoneti (21 km) e alcuni corridori dei classici 10 km. I loro valori sono stati poi confrontati con quelli di un gruppo di controllo di individui sedentari di simile età.
E’ emerso, ha spiegato da Beatriz Lara, autrice principale dello studio, “che i corridori di resistenza, sia uomini che donne, avevano maggiore indice di rigidità” ed è stata “confermata anche una relazione dose-risposta, cioè maggiore quantità di esercizio corrisponde a maggiore miglioramento della densità minerale”. Il rafforzamento delle ossa può infatti essere indotto con stimoli meccanici sul carico scheletrico, utilizzando esercizi che richiedono forza muscolare (con pesi) o urti elevati (come il salto), mentre uno sport come il nuoto, in cui l’impatto di carico è ridotto, non genera particolari benefici.