Nutrigenomica. Una parola che fa il suo ingresso tra le “scienze alimentari” circa dieci anni fa e che ora apre nuove prospettive nella cosiddetta “medicina del futuro”. Il cibo non è solo una questione di calorie, influenza anche ciò che avviene nelle cellule del nostro corpo. “La nutrigenomica è una disciplina emergente che cerca di capire come il nostro genoma regola la risposta individuale al cibo di cui ci nutriamo”, ha spiegato la dottoressa Lidia Larizza, ricercatrice del Laboratorio di citogenetica e genetica molecolare dell’Istituto auxologico italiano di Milano, nel suo intervento alla convegno “L’equilibrio della buona salute”, organizzato da Nestlè alla fiera di Milano-Rho.
“Ma è stato solo con il completamento del Progetto Genoma Umano che gli scienziati si sono chiesti se l’interazione tra i nostri geni e i composti bioattivi del cibo potesse influenzare positivamente lo stato di salute – ha aggiunto – intravedendo le enormi potenzialità di modificazioni della dieta per ridurre il rischio di patologie dieta-relate”. Uno degli obiettivi della nutrigenomica è anche quello di seguire il risultato della dieta sull’evoluzione della specie umana, oltre che sfruttare la comprensione del rapporto dieta/genoma per incidere in futuro su una serie di patologie, per attenuarle o prevenirle.