(Reuters Health) – Televisori, smartphone, tablet e computer. Sarebbero questi i responsabili dell’aumento dell’obesità tra i bambini del Vecchio Continente. A lanciare l’allarme sono gli esperti dell’European Academy of Pediatrics e dell’European Childhood Obesity Group, che hanno pubblicato un documento condiviso su Acta Paediatrica.
Secondo uno studio del 2017 condotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa un bambino su cinque, in Europa, è sovrappeso o obeso. Il 97% delle famiglie europee possiede una TV in casa, il 72% ha un computer, il 68% ha accesso a Internet e il 91% ha un cellulare. Secondo gli esperti, questa disponibilità tecnologica avrebbe determinato un aumento del tempo passato davanti agli schermi, contribuendo all’incremento di sonno non ristoratore, a un peggioramento delle abitudini alimentari e a una minore attività fisica. “I mass media – hanno scritto gli autori – hanno dimostrato di avere un ampio effetto sulla salute dei bambini e possono influenzarli fisiologicamente, con un impatto sul benessere psicologico”. Secondo Adamos Hadjipanayis, segretario dell’European Academy of Pediatrics, “vi sono prove di un forte legame tra i livelli di obesità nei Paesi europei e l’esposizione a tv e computer nell’infanzia”.
E i genitori?
E i genitori sarebbero corresponsabili, dal momento che hanno poca consapevolezza di ciò che i loro figli fanno online e quanto tempo trascorrono su tablet o computer. Un altro problema è rappresentato dalla pubblicità sugli alimenti, perché potrebbe convincere i bambini a desiderare cibo spazzatura e renderli meno propensi a mangiare frutta e verdura. Così, aumentare la sorveglianza sarebbe molto utile. Jennifer Emond, della Geisel School of Medicine di Lebanon, nel New Hampshire, che non era coinvolta nella dichiarazione di consenso, dà pochi e semplici consigli: “Limitare il tempo che si trascorre davanti agli schermi ogni giorno, non avere apparecchi elettronici in camera da letto e assicurarsi che i bambini siano esposti a programmi e siti di alta qualità”. Mentre per quel che riguarda i social network, “i genitori dovrebbero avere accesso agli account dei figli e monitorare l’interazione”.
Fonte: Acta Paediatrica
Lisa Rapaport
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Nutri & Previeni)