L’efficacia di molte terapie termali sulle malattie della pelle, anche se limitata nel tempo, è dimostrata da moltissimi anni, ma oggi, grazie agli studi sul microbiota, si comincia a conoscere l’importante ruolo che nella cura giocano i batteri. In particolare, pur restando fondamentale la composizione chimica e la temperatura di certe acque termali, si pensa che molto del potere curativo potrebbe essere dovuto all’interazione dei batteri contenuti in quelle acque con i batteri delle lesioni cutanee.
E’ il caso della psoriasi, malattia infiammatoria della pelle, e delle acque di Comano Terme (Trento), di cui si è parlato al 73/o Congresso della Federazione Mondiale del Termalismo (Femtec), svoltosi a Castel San Pietro Terme (Bologna), il cui stabilimento termale collabora a numerose ricerche scientifiche sulle proprietà terapeutiche delle proprie acque. “Ed è stata proprio la ricerca scientifica – ha commentato il presidente di Femtec, Umberto Solimene (professore all’Università di Milano) – la grande protagonista di questo congresso mondiale, cui hanno preso parte delegazioni di 24 Paesi, dedicato al tema del ‘Termalismo nelle società in cambiamento'”.
Quanto alla psoriasi e all’attività terapeutica dell’acqua termale di Comano (bicarbonato calcio magnesiaca), è stato Mario Cristofolini, già primario dermatologo all’Ospedale di Trento, oggi presidente dell’Istituto di Ricerca Termale ‘G.B.Mattei’ alle Terme di Comano, a notare qualche anno fa, e a non sapersi spiegare, come l’acqua dell’acquedotto di Trento, pur con una composizione chimica molto simile a quella termale di Comano non avesse per nulla analoghi effetti antinfiammatori su questa malattia.
Ora, gli studi frutto della collaborazione dell’Istituto Mattei con il Dipartimento di Biologia cellulare, Computazionale e Integrata (Cibio) dell’Università di Trento, hanno permesso di rilevare che “l’acqua termale usata per le cure, non essendo purificata per essere resa potabile, contiene un microbiota non alterato, composto – ha precisato Olivier Jousson del Cibio – da 250 specie batteriche, di cui il 40% ignote fino a questo momento. Molte specie sono state isolate in coltura pura e hanno dimostrato di avere proprietà immunomodulanti, alcune antinfiammatorie, altre proinfiammatorie”.
Scopo del prossimo lavoro – ha concluso Jousson – sarà dimostrare come l’efficacia della cura termale sia determinata, nell’interazione tra il microbiota dell’acqua termale e quello della lesione psorisiaca, dal prevalere dei batteri dell’acqua, con proprietà antinfiammatorie.