Reportage/ In forma nell’acqua. Tra surf, sup e hydrobike

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Dici acqua e subito la mente corre alle oziose giornate al mare oppure ai pomeriggi in piscina con le amiche. Il bello dell’acqua è sicuramente lo stato di relax mentale che è in grado di indurre, ma è anche un mezzo piacevole per migliorare la forma fisica, insomma, un vero e proprio toccasana per il corpo, a qualunque età. “Tra i benefici principali dell’attività svolta in acqua c’è la possibilità di tonificarsi riducendo al minimo il rischio di infortuni”, conferma Gianfranco Beltrami, medico specialista in Medicina dello Sport e vicepresidente della Federazione medico sportiva italiana. Quando ci immergiamo, infatti, la forza di gravità si riduce, noi siamo più leggere e tendiamo a galleggiare. “Questo significa far sparire quasi del tutto il rischio traumatico eliminando quelle microsollecitazioni articolari che possiamo avere in altre attività molto comuni come per esempio la corsa”, continua l’esperto. Inoltre, il passaggio dalla temperatura ambientale a quella dell’acqua stimola il microcircolo con effetti positivi sull’apparato cardiovascolare.

Non solo nuoto
Il nuoto è l’attività sportiva per eccellenza da svolgere nell’acqua: “Si tratta di uno sport completo, perché mette in funzione quasi tutti i muscoli del corpo e tonifica la massa muscolare di braccia e gambe”, spiega lo specialista. Fare regolarmente qualche bracciata, però, non ha effetti solo sull’estetica: “Ci sono tutti i benefici tipici delle attività aerobiche: aumenta la capacità respiratoria, migliora l’attività cardiovascolare e favorisce il dimagrimento”. Con benefici anche sull’umore, e non solo perché ci vediamo più magre e toniche: “Le attività in acqua favoriscono la produzione di endorfine, gli ormoni della felicità che hanno effetti positivi sul temperamento”. Non di solo nuoto però si vive in acqua. Anzi: negli ultimi anni abbiamo assistito a una vera e propria proliferazione di attività che si possono svolgere “a mollo”; oltre ai classici nuoto e acquagym, si trova di tutto, dalla hydrobike all’acquafit. Basta portare in acqua gli attrezzi da palestra e non porre limite alla fantasia. Possiamo così scegliere di pedalare immerse in acqua, oppure di correre su un tapis roulant fissato al fondo della piscina. “Sono tutte attività valide che impediscono di farsi male anche a chi ha qualche problema di mobilità”, evidenzia il medico. L’importante è che ciascuno scelga un’attività adatta a sé e al proprio livello di allenamento.

Cosa fare per…

Combattere la cellulite: si può iniziare in modo soft con l’acquagym, magari in compagnia, per poi integrare con l’allenamento individuale. “Per massimizzare gli effetti, ci si può per esempio aiutare con una tavoletta, in modo da concentrare lo sforzo solo su glutei e gambe”, sottolinea Beltrami.

Bruciare un gran numero di calorie: Se siete allenate, un’ora di nuoto a buon ritmo può farvi bruciare fino a 500 calorie. E se siete al mare potete aggiungere un bel paio di pinne per aumentare la fatica e massimizzare i risultati.

Rassodare cosce e gambe: con 2-3 sedute di hydrobike la settimana, avrete cosce belle toniche e un fondoschiena da urlo. La pratica di pedalare immerse nell’acqua, infatti, unisce i benefici della bicicletta a quelle dell’acqua, proteggendo articolazioni e facendo i muscoli.

Tonificare gli addominali: anche in questo caso il nuoto è un sempreverde, ma se volete sperimentare qualcosa di diverso potete buttarvi sul deep running, una pratica che consiste nel correre in una vasca in cui non si tocca il fondo con un giubbotto salvagente. Gli addominali lavorano proprio per mantenere l’equilibrio in questa posizione irrituale per il corpo.

Come e quanto?
“Una volta ottenuto il via libera dal medico, l’unico limite è il buon senso: anche se sentiamo meno la fatica e, prese dall’impeto del momento, sentiamo di poter sfogare tutte le nostre frustrazioni su una bicicletta immersa in acqua, è bene ricordare che il giorno dopo dovremmo riuscire ad alzarci dal letto. “Una persona in salute può fare senza problemi attività in acqua, indipendentemente dalla sua età anagrafica – afferma Beltrami – L’importante è che queste attività non siano saltuarie: serve costanza. L’ideale sarebbe andare in piscina almeno tre volte la settimana”. L’altro aspetto importante è controllare l’intensità: “Indipendentemente dall’attività che si sceglie, si può iniziare con una mezz’ora per volta, salendo poi a poco a poco fino ad arrivare a un’ora”.

La differenza tra mare e piscina
Con l’estate e le giornate più lunghe aumentano le possibilità di riuscire a ritagliarsi qualche piccolo spazio per le proprie attività. Ma c’è differenza tra mare o piscina? “Dal punto di vista della salute il mare è sicuramente meglio della piscina perché consente di respirare anche un’aria meno inquinata. Inoltre, gli ambienti umidi delle piscine possono trasformarsi in un ricettacolo di germi – spiega l’esperto – Tuttavia, è vero anche che l’acqua salata favorisce il galleggiamento e il nostro corpo può arrivare a pesare anche il 90% in meno, mentre in piscina la riduzione di peso si attesta su livelli inferiori”, dunque in piscina si fa più fatica, se non altro quando si nuota. Inoltre, occorre essere oculati nella scelta del mare in immergersi: “tutte le bandiere blu, per esempio, vanno bene”.

Fuori dalla piscina, tra grandi classici e “bruciagrassi” inaspettati
Sono tantissime le attività che si possono svolgere fuori dalla piscina durante le vacanze. Se quest’estate decidete di sfidare il vostro gruppo d’amici nell’acqua, sappiate che la pallanuoto, oltre a essere divertente, è uno degli sport più completi che si possano fare in acqua: sollecita l’apparato respiratorio e quello cardiocircolatorio e mette in movimento praticamente tutti i muscoli del corpo. Infatti, oltre alle braccia, si devono muovere costantemente le gambe per stare a galla e sollecitare addominali, dorsali e glutei per saltare. In media una persona di 60 kg brucia 590 calorie l’ora, che possono diventare quasi 820 in una persona di 80 kg. Se preferite sport più adrenalinici potete invece puntare sul surf e le sue varianti. Dall’ormai sdoganato windsurf al kitesurf (si pratica su una tavola trainata da un aquilone), non c’è limite alla fantasia. Tutti hanno in comune la forte sollecitazione dei muscoli di spalle, gambe e piedi, oltre all’intenso sforzo richiesto a livello respiratorio e cardiocircolatorio. Tra i tre, il kitesurf è quello più accessibile anche ai meno allenati e si può praticare in molte zone del centro e sud Italia. Per andare sul sicuro, tuttavia, meglio puntare su zone del mondo più ventose, come le Hawaii, le Isole Canarie e Capoverde, oppure il sud del Portogallo. Una nota dolente di questi sport sono però le calorie bruciate: in un’ora di surf – il più faticoso dei tre – se ne consumano appena 200. A sorpresa, sport meno spettacolari, come lo snorkeling, sono in grado di consumarne anche 350 e sono un toccasana per i glutei, sollecitati continuamente. Le mete d’elezione in questo caso sono il Mar Rosso, l’Australia e le Isole Fiji e le Maldive. Tra gli sport “bruciagrassi” inaspettati anche il Sup. Acronimo di stand up puddle, è una tendenza importata qualche anno fa dagli Usa che consiste in una tavola da surf e una pagaia. Obiettivo: tenersi in equilibrio. Si può praticare in mezzo alle onde, ma anche nelle placide acque di fiumi e laghi. Non serve una grande preparazione e può essere molto rilassante. Tra le varianti più apprezzate, per esempio, c’è lo Yoga Sup, che consiste nel meditare sulla tavoletta. Ebbene, questa specialità in un’ora permette di perdere tra le 400 e le 550 calorie, mentre la versione “standard” promette di bruciare anche 500 calorie ogni mezz’ora di esercizio.

Quanto aspettare prima di un tuffo
“Lascia passare almeno 3 ore dal pranzo prima del bagno!”. È una frase ricorrente che ci siamo sentite ripetere fino alla nausea dai nostri genitori e che forse adesso ricordiamo ai nostri figli. Ma è davvero così? “Dipende da che cosa si mangia – premette Beltrami – alimentazioni: se si consumano solo carboidrati, mangiando magari un primo con qualche verdura, può bastare un’ora e mezza. Se invece scegliamo un pasto proteico le tre ore sono una buona indicazione”. In realtà esistono anche altri parametri da tenere in considerazione, come la temperatura dell’acqua: più è fredda e più si sarà a rischio di congestione. “In ogni caso non è mai una buona idea fare esercizio fisico con la digestione in atto, anche fuori dall’acqua – sottolinea il medico – Il sangue impiegato in questo processo viene infatti sottratto ai muscoli con un effetto controproducente sulla performance”.

Acqua termale
Può puzzare di uova marce o essere inodore, ci si immerge in quella fredda ma anche in quella molto calda. Sotto il “cappello” dell’acqua termale si nasconde una varietà quasi infinita di caratteristiche e proprietà, e ciascun centro ha le sue peculiarità. La composizione deriva infatti dalle sostanze assorbite dal sottosuolo. In Italia i centri termali sono 380, distribuiti in 20 Regioni (tutte tranne il Molise). Come per le altre attività in acqua, ci si può immergere a puro scopo di relax, oppure per ricevere benefici sulla salute: la medicina termale è infatti riconosciuta dal Servizio sanitario nazionale. Immergersi in acque sulfuree (quelle che puzzano di uovo marcio), per esempio, riduce i problemi dermatologici, mentre le acque alcaline riducono la formazione dell’acido lattico dopo un’intensa attività sportiva. Secondo un’indagine del 2014, nel mondo il 40% di chi ricorre all’idroterapia con finalità terapeutiche lo fa per risolvere problemi all’apparato muscolo-scheletrico (tra cui artrosi e reumatismi) e il 17,5% per disturbi delle vie respiratorie e dell’apparato digerente.

 

 

di Michela Perrone

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