Una nuova ricerca sfida il presupposto che stare seduti per lunghi periodi possa aumentare il rischio di morte precoce anche per le persone che sono in buona salute.
Lo studio, condotto presso l’Università di Exeter nel Regno Unito, ha esaminato 3.720 uomini e 1.412 donne che non hanno avuto malattie cardiache già partecipanti a un studio nazionale di sorveglianza della la salute a lungo termine.
I partecipanti avevano fornito, ogni settimana, informazioni su quanto tempo avevano trascorso seduti mentre erano al lavoro, durante il tempo libero, o guardando la televisione – durante la fine degli anni 1990. Sono stati poi seguiti per 16 anni per verificare che cosa era successo in seguito.
Ebbene, i ricercatori hanno trovato che non vi era alcuna prova che stare a lungo seduti potesse portare a un aumento del rischio di morte. Lo studio è pubblicato sull’International Journal of Epidemiology.
I ricercatori affermano che i loro risultati sfidano le ricerche precedenti che suggerivano che lo stare a lungo seduti potesse provocare danni persino nelle persone che abitualmente camminano a piedi o praticano altre attività fisiche. Tuttavia, rivelano che i loro risultati potrebbero essere dovuti, almeno in parte, al fatto che le persone considerate in questo nuovo studio, praticavano quotidianamente una quantità di attività fisica superiore alla media.
In particolare, gli studi precedenti avevano collegato lo stare a lungo seduti con il sovrappeso, l’obesità, il diabete di tipo 2, alcuni tipi di cancro, e la morte prematura. Generalmente, si ritiene che i lunghi periodi di immobilità possano rallentare il metabolismo il che si rifletterebbe sulla capacità dell’organismo di controllare la glicemia, la pressione sanguigna, e regolare l’entità della massa grassa corporea.
“Il nostro studio ribalta le teorie attuali sui rischi per la salute e lo stare a lungo seduti, e indica che il problema sta nella mancanza di movimento, piuttosto che nel tempo trascorso da seduti “, spiega Melvyn Hillsdon dell’Università di Exeter. “I risultati sollevano dubbi anche sui benefici di lavorare in pedi, un’opportunità che i datori di lavoro stanno ultimamente sempre più considerando per promuovere ambienti di lavoro sani”.
Il leader della ricerca Richard Pulsford aggiunge “Stiamo incoraggiando tutte le persone ad essere più attive, e questo dovrebbe essere ancora una priorità per la salute pubblica”.
Emily Reeve, infermiera senior presso la British Heart Foundation aggiunge: “Sappiamo che interrompere il tempo d’immobilità da seduti può essere benefico per la salute del cuore, e vogliamo incoraggiare la gente a rimanere attivi e a continuare a muoversi”. “Per esempio – continua – “se si sta guardando la televisione si può alzarsi, durante uno spot pubblicitario, per preparare una tazza di tè o se si lavora in ufficio si può andare a parlare di persona con un collega, piuttosto che inviargli una e-mail. “