E se al posto del plexiglas ci fossero delle piante? Se per garantire le distanze tra i bambini al rientro a scuola venissero utilizzate piante ornamentali? A pensarci è un gruppo di ricercatori Facoltà di Scienze della Formazione della Libera Università di Bolzano.
La professoressa Beate Weyland della Facoltà di Scienze della Formazione di Bressanone sta sperimentando una soluzione alternativa basata sull’utilizzo delle piante ornamentali in classe. Per svolgere la simulazione già diverse scuole hanno offerto la disponibilità. La proposta sulla quale stanno lavorando le scuole seguite dal gruppo di ricerca Pad-Lab riguarda l’idea di una “scuola domestica” e da organizzare in maniera tale da offrire a bambini e ragazzi al rientro un senso di accoglienza e di sicurezza genuino grazie anche l’utilizzo delle piante. “Lo sforzo che stiamo facendo è quello di evitare un’accoglienza militaresca e ospedaliera, che può rischiare di mettere paura e di creare situazioni di ansia, totalmente ostili ai processi di apprendimento, osservando comunque le imposizioni di prevenzione contagio”, specifica Weyland.
Le variabili che la docente e il suo gruppo di ricerca stanno esplorando sono tre: il tema del comfort, per cui la scuola e le aule vengono considerate come ambienti “soggiorno” da riconfigurare con postazioni individuali e di piccoli gruppi a isole e riducendo al massimo il setting tradizionale delle batterie di banchi di fronte alla cattedra e alla lavagna; il tema dell’arte, invitando artisti locali a esporre quadri e opere d’arte nelle scuole, o incorniciando “ad arte” i disegni dei bambini per creare bellezza, senso di appartenenza e rapporto con il territorio e, infine, il tema della natura indoor. “Quello che vorremmo fare e che inizieremo a simulare nelle scuole Pestalozzi di Bolzano e nella scuola media di Vipiteno è l’inserimento di piante ‘avatar’ a scuola, di cui ogni allievo sarà responsabile e che avrà modo di curare”, spiega Weyland.
“Queste piante offrono l’occasione di realizzare un distanziamento naturale e possono trasformarsi in strumenti di educazione alla cura e alla salvaguardia del nostro pianeta. Inoltre è stato provato scientificamente che la presenza di piante in un ambiente di apprendimento è benefica non solo per l’umidificazione e il ricambio dell’aria, ma anche perché favorisce l’attenzione e la concentrazione dei bambini”.