Non ci saranno più frodi né inganni per chi desidera acquistare latte e formaggi al 100% italiani. Scatterà già da domani in Italia l’obbligo di indicare in etichetta su tutte le confezioni dei prodotti lattiero-caseari, l’origine delle materie prime in maniera ‘chiara, visibile e facilmente leggibile’. E questo per latte, burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini a base di latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale.
L’obbligo dell’indicazione in etichetta arriva a tre mesi dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto firmato dai ministri delle politiche Agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, in attuazione del regolamento Ue n. 1169/2011. ”E’ una svolta storica che permetterà di inaugurare un rapporto più trasparente e sicuro tra allevatori, produttori e consumatori”, commenta il ministro Martina, ”stiamo lavorando per estendere l’obbligo dell’origine in etichetta anche ad altre filiere, a partire da grano, pasta e riso. Spingeremo con forza affinché’ questo modello si affermi a livello europeo”.
Passando ai fatti, da domani le etichette di tutte le confezioni di latte e prodotti lattiero-caseari devono indicare il nome del Paese in cui è stato munto il latte e quello in cui è stato condizionato o trasformato. Qualora il latte, o il latte utilizzato come ingrediente sia stato munto, confezionato e trasformato nello stesso Paese, l’indicazione di origine può essere assolta con una sola dicitura: ”ORIGINE DEL LATTE: ITALIA”.
Se le fasi di confezionamento e trasformazione avvengono nel territorio di più Paesi ma diversi dall’Italia, possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: ‘latte di Paesi Ue’ se la mungitura avviene in uno o più Paesi europei; ‘latte condizionato o trasformato in Paesi Ue’, se queste fasi avvengono in uno o più Paesi europei.
Se le operazioni avvengono fuori dall’Ue, invece la dicitura è ‘Paesi non Ue’. Sono esclusi dall’obbligo di origine in etichetta solo i prodotti Dop e Igp che hanno già disciplinari relativi anche all’origine e il latte fresco già tracciato. L’etichetta di origine era molto attesa per questi prodotti proprio perché’ l’Italia, come ricorda la Coldiretti – che ha fortemente sostenuto il provvedimento e che definisce il nuovo obbligo “un momento storico per il made in Italy” – è il più grande importatore di latte nel mondo; basti pensare che 3 cartoni di latte Uht su 4 sono di fatto ‘stranieri’, come anche la materia prima della metà delle mozzarelle.
Positivo anche il commento di Codacons, che chiede anche di estendere l’etichetta d’origine a tutti i prodotti alimentari e di bloccare anche il “semaforo”, “sistema chiesto dalla lobby delle multinazionali”.