Sono in crescita i casi di influenza e siamo già arrivati, dall’inizio dell’arrivo del virus stagionale, a circa 378.000 italiani colpiti, soprattutto bambini. L’assunzione di troppi farmaci antifebbrili e antivirali, ma soprattutto degli antibiotici senza prescrizione medica, è sconsigliata dagli esperti e comunque non serve né a debellare il virus né a placare del tutto i sintomi.
In attesa del picco epidemico, è bene ricordare che nel caso l’influenza impedisca ogni possibile attività quotidiana, ci sono alcuni farmaci a disposizione per alleviarne un poco i sintomi, ma la malattia è destinata a fare il suo corso. No quindi ad un abuso o ad un uso inutile dei farmaci, soprattutto senza controllo medico. A spiegarlo è Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore della sanità (Iss). Le stime più aggiornate del rapporto Influnet, la Rete Nazionale di Sorveglianza Influenza, coordinata dall’Iss, dicono che il numero di casi stimati nella settimana dal 30 novembre al 6 dicembre è pari a circa 61.000, per un totale, dall’inizio della sorveglianza, di circa 378.000 casi.
”In realtà – precisa Rezza – per essere precisi bisogna considerare che al di fuori del periodo di picco dei contagi (come in questo momento) la maggioranza dei casi riportati non è vera influenza, bensì si tratta di sindromi parainfluenzali; solo nella fase del picco la maggioranza dei casi con sintomatologia influenzale è riferibile ai virus dell’influenza veri e propri”. Dal rapporto emerge anche che l’attività dei virus influenzali è ancora ai livelli di base: il livello di incidenza in Italia è pari a 1,01 casi per mille assistiti. Il picco, rileva Rezza, quest’anno potrebbe verificarsi un po’ in ritardo, comunque dopo le Feste. Ad ogni modo, in attesa del picco dei casi, è bene ricordare che ”l’influenza è una malattia che si ‘autolimita’, e cioè tende a risolversi spontaneamente in 3-5 giorni – spiega ancora Rezza – quindi non c’è granché da fare per combatterla se non attendere che faccia il suo corso. Se i sintomi sono particolarmente fastidiosi e la febbre è alta ci vuole l’antipiretico”.
“In genere – aggiunge Rezza – si consiglia il paracetamolo perché l’aspirina può dare effetti collaterali – specie nei bambini. Anche se è vero che col paracetamolo la febbre non scende molto, il motivo è che comunque l’influenza fa il suo corso”. In proposito uno studio ha confermato che non serve aggredire troppo la febbre con questo farmaco, nella speranza di contenere così l’influenza. Per gli adulti, rileva l’esperto, c’è la possibilità di prendere anche aspirina o novalgina, ma non vi sono differenze dimostrate nell’utilizzo di un farmaco piuttosto che un altro. “Ci sono anche dei farmaci diversi, i cosiddetti ‘inibitori della neuroamidasi’ – antivirali veri e propri – continua Rezza: ma anche questi riducono di poco i sintomi e abbreviano lievemente il decorso della malattia e comunque non sono raccomandati se non in casi eccezionali di persone ad alto rischio di complicanze”. Va anche ricordato che in corso di influenza non si danno antibiotici, ma questi possono essere prescritti in seguito e solo qualora comparissero complicanze di tipo batterico, conclude l’esperto.