L’importanza del ruolo della vitamina D in gravidanza e nei primi anni di vita torna alla ribalta in un nuovo studio del Brain Institute dell’University of Queensland, affiancato dall’Erasmus Medical Centre in Olanda. L’ampio studio ha dimostrato che un livello basso di vitamina D a 20 settimane di gravidanza aumenta il rischio di mettere al mondo figli con tratti autistici verso l’età di sei anni.
Parla l’esperto
Il nuovo studio ha analizzato circa 4200 campioni di sangue di donne incinte e dei loro bambini, considerando come carenti i campioni con un tasso di vitamina D sotto a 25 nmol/L. “Questo studio offre ulteriori evidenze che bassi livelli di vitamina D sono associati con disturbi dello sviluppo neurologico”, scrive il neurologo John McGrath sul sito dell’Università, raccomandando un maggiore uso di supplementi di vitamina D durante la gravidanza, e ricordando che allo stesso modo l’uso di acido folico ha ridotto l’incidenza di spina bifida nella comunità.
La vitamina D di solito si assorbe con l’esposizione al sole, che tuttavia comporta il rischio di cancro alla pelle, ma si trova in alcuni cibi e in supplementi farmaceutici. Sono ampiamente noti i suoi benefici nel mantenere ossa sane e vi sono solide evidenze che la collegano alla crescita cerebrale. In studi precedenti la sua carenza è stata legata a una varietà di condizioni fra cui schizofrenia, asma e ridotta densità ossea. La sua carenza nella prima infanzia è stata collegata a disturbi allergici come asma ed eczema.